L’Italia e le regioni dei vini

L’Italia e le regioni dei vini

Ubriacatevi in continuazione, di vino, di poesia, di virtù, come volete. (Baudelaire)

L’Italia nell’annata 2018- 2019 si è riappropriata del suo scettro di Terra – Regina indiscussa nella produzione di vino con 55,8 milioni di ettolitri. Il nostro panorama geografico e orografico vanta diverse qualità e tipologie di vigneti. 

Regioni

Regione montuosa, solcata dalle valli dei fiumi Adige e Isarco, lungo le quali frutteti e vigneti si alternano a tappezzare il territorio creando macchie di colori per ogni stagione. In questa regione sono assai diffusi i vitigni internazionali Chardonnay, Riesling, Sauvignon, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sylvaner, Müller Thurgau, Gewürztraminer, ma anche i due Cabernet, Merlote Pinot Nero,
Altre importanti varietà autoctone sono: Lagrein,  MarzeminoTeroldego, Schiava e Nosiola. Le zone vinicole sono: Alto Adige, Campo Rotaliano, Trentino, Trento. 

Si coltiva la vite in zone montuose, su terreni collinari, accanto a grandi laghi e in Pianura Padana. 
Le principali zone vinicole della Lombardia sono:
Valtellina dove si coltiva un’uva su tutte, il Nebbiolo, localmente detto Chiavennasca. Con essa si fanno vini rossi, da invecchiamento (VALTELLINA SUPERIORE DOCG), da uve passite (SFORZATO DI VALTELLINA DOCG), o di medio corpo (ROSSO DI VALTELLINA DOC).
Oltrepo’ Pavese dove, un ruolo centrale,  è assunto sicuramente dal Pinot Nero, vitigno complesso e versatile, che ha trovato da secoli in questi territori una delle zone di eccellenza italiana. Viene vinificato in rosso, per dare vini eleganti da medio invecchiamento, o in bianco, andando a rappresentare il vitigno principale per gli spumanti OLTREPÒ PAVESE METODO CLASSICO DOCG. La vocazione spumantistica della zona si esplica anche nell’uso di altri vitigni a bacca bianca quali Riesling, Cortese, Moscato, Malvasia, Chardonnay, Sauvignon. 
Franciacorta dove è stato creato il primo vino spumante italiano prodotto esclusivamente con la rifermentazione in bottiglia (metodo classico) ad avere ottenuto la DOCG. Oggi, con il termine “Franciacorta”, senza bisogno di altre aggiunte, il consumatore è in grado di identificare contemporaneamente il vino, la zona di produzione e il metodo usato per produrlo. I vitigni utilizzabili sono gli stessi dello Champagne, ossia Chardonnay e Pinot Nero, con il Pinot Bianco in sostituzione del Pinot Meunier.
Valcalepio zona a nord di Bergamo, dove si producono sia vini bianchi che rossi. Tra questi spicca il famoso MOSCATO DI SCANZO DOCG, un vino rosso da dessert vinificato con l’uva omonima in purezza.

Ai piedi delle montagne
questo è il significato di Piemonte. Il termine riassume perfettamente le caratteristiche fisiche di questa regione, circondata in gran parte da montagne. Il clima è continentale freddo‐temperato è molto adatto alla coltivazione della vite.
I vitigni più coltivati sono sicuramente a bacca nera: il Nebbiolo, in primis, a seguire Barbera, Bonarda, Brachetto, Dolcetto, Freisa, Grignolino, Malvasia di Casorzo, Malvasia di Schierano, Pelaverga, Ruchè, Vespolina, ecc. Anche i vitigni a bacca bianca non sono da trascurare: Arneis, Cortese, Erbaluce, Favorita, Timorasso; il più importante di tutti è tuttavia il Moscato Bianco.

E’ la zona sud‐est del Piemonte che racchiude le aree vinicole più feconde, in particolare tra le province di: Cuneo, Asti e Alessandria.

I vini bianchi di eccellenza 
Qui si concentra prevalentemente la produzione di vini bianchi con una reputazione di elevatissima qualità. I vitigni a bacca bianca più importanti sono il Verduzzo Friulano, il Picolit, il Friulano, vitigno in passato conosciuto come Tocai, la Ribolla Gialla. Tra i vitigni a bacca rossa ricordiamo il Pignolo e il Refosco dal Peduncolo Rosso. Le zone vitivinicole più interessanti sono: Colli Orientali del Friuli e Collio, Friuli Grave, Carso.

La più varia, tra le regioni, nelle caratteristiche orografiche e climatiche, perché alterna zone montuose con collinari e pianeggianti ed è attraversato da molti fiumi. È quella che produce la maggior quantità di vini a denominazione d’origine: circa il 25%, 3 dei vini DOP e IGP italiani proviene da qui!
Il vitigno a bacca rossa maggiormente coltivato è il Merlot, mentre tra le uve a bacca bianca spiccano Glera e Garganega.  Tra i vitigni più importanti ricordiamo le uve a bacca rossa: Corvina, Corvinone, Rondinella, Raboso, Rossignola, Tai RossoMarzemino, Molinara, e le uve a bacca bianca Garganega, Nosiola, Vespaiola, Trebbiano di Soave, Durello, Verduzzo Trevigiano.

Questa regione è una forte produttrice di vini DOP, ma soprattutto di vini IGP e di vini privi di indicazione geografica, destinati alla grande distribuzione.
I vitigni più coltivati, partendo da nord ovest per scendere verso la Romagna sono, per quanto riguarda i bianchi, Ortugo, Malvasia di Candia Aromatica, Grechetto Gentile, Montù, Pagadebit, Trebbiano Romagnolo e Albana, e, per quanto riguarda i rossi, Barbera, Croatina, Lambrusco nelle sue innumerevoli varietà, Fortana e Sangiovese. Notevole diffusione hanno anche i vitigni internazionali Chardonnay,
Sauvignon Blanc, Merlot e Cabernet Sauvignon. Le zone vinicole sono: Piacentino, Terre dei Lambruschi, Colli Bolognesi, Romagna.

E’ caratterizzata da un alternarsi di colline e valli, che sembrano create apposta per ospitare la coltivazione della vite, sia nel clima temperato delle aree costiere, sia in quello più continentale delle aree più interne.

Questa è la patria dei vitigni italiani più famosi al mondo!
Praticamente in ogni angolo della Toscana si produce vino, ma le aree più prestigiose sono le seguenti: colline del Chianti, tra Firenze e Siena, si vinifica da secoli l’uva Sangiovese. Per il Chianti esistono due denominazioni: Chianti Classico DOCG, che comprende i comuni “storici” tra Firenze e Siena, e Chianti DOCG, che comprende una vastissima area tra le province di Pistoia, Prato, Firenze, Pisa, Siena e Arezzo.  
Montepulciano la zona che è la patria del rinomatissimo Brunello di Montalciano DOCG, da uve Sangiovese grosso vinificate in purezza. Vino di buona longevità, in alcune versioni d’eccellenza può essere eccezionale anche dopo decenni dall’imbottigliamento. A seguire: Montalcino, Bolgheri, San Giminiano, Carmignano, Scansano.

Le zone collinari che abbracciano la fascia costiera sono maggiormente dedicate alla valorizzazione delle uve.  Notevole è il Verdicchio, uva a bacca bianca, in grado di conferire importante struttura ai vini che ne derivano. Ottimi risultati stanno dando anche Pecorino e Passerina. Molto coltivato anche il Trebbiano Toscano. I vitigni a bacca nera hanno riscosso notevole successo, in particolare il Montepulciano che, spesso, nei vini viene tagliato con Sangiovese, la Lacrima di Morro d’Alba e la Vernaccia Nera. Di seguito le aree vinicole più importanti: Castelli di Iesi e Matelica, Conero, Piceno, Serrapetrona, Offida.

Territorio collinare, solcato dal Tevere e dai suoi affluenti, che ha antiche tradizioni di coltivazione della vite. Si producono, più o meno in egual misura, vini bianchi e rossi. I vitigni a bacca bianca più importanti sono il Trebbiano Toscano, il Grechetto di Orvieto, il Grechetto di Todi, il Verdello. Tra quelli a bacca nera spiccano Sangiovese e Sagrantino. Le zone vinicole più importanti sono: Torgiano e Montefalco.

La sua eterogeneità, da un punto di vista morfologico, la orienta principalmente alla produzione di vini bianchi. Si distinguono alcune zone di origine vulcanica, particolarmente vocate alla coltivazione della vite: Colli Albani, Marino, Frascati, Castelli Romani, dove si producono vini bianchi con uve Malvasia Bianca di Candia, Malvasia del Lazio, Trebbiano, Bombino Bianco o Greco.

Regione prevalentemente montuosa, dove la coltivazione della vite si
concentra della fascia collinare che degrada verso il mare Adriatico.
In questa regione due vitigni dominano nettamente su tutti gli altri: il
Trebbiano d’Abruzzo tra i bianchi e il Montepulciano tra i rossi, col quale
si producono anche interessanti vini rosati, sotto la denominazione
Cerasuolo d’Abruzzo DOC, utilizzabile praticamente in tutta la regione. Le
zone più degne di nota sono: Colline Teramane e Controguerra.

La Campania vanta una tradizione vinicola considerata di alto livello già in epoca romana. Il territorio è morfologicamente assai eterogeneo: aree montuose, collinari, pianeggianti o anche insulari, con terreni di varia origine e natura, consentono la produzione di un’ampia gamma di vini, assai diversi fra loro. Numerosi sono anche i vitigni coltivati.

È una regione quasi completamente priva di montagne, caratterizzata dall’alternarsi di colline, altipiani e pianure. È tendenzialmente povera d’acqua (se si eccettua il Tavoliere), con clima caldo e arido e scarse precipitazioni; è tuttavia ben ventilata, grazie alla costante vicinanza al mare.
I vitigni che si coltivano sono assai numerosi e distribuiti secondo questo schema:
– a nord, nella zona del Tavoliere, predominano i vitigni comuni alle regioni confinanti, e quindi Bombino.
Bianco, Trebbiano, Sangiovese, Montepulciano e Bombino Nero;
al centro sono diffuse soprattutto le uve a bacca bianca, tra cui Verdeca e Bianco d’Alessano, ma un ruolo assai importante riveste l’Uva di Troia;
a sud dominano su tutti i vitigni più famosi di Puglia: Primitivo e Negroamaro.

Le zone vinicole sono: Salento, Salento Tarantino, Locorotondo, Murge Occidentali.

In questa regione il vitigno più coltivato è indubbiamente l’Aglianico del Volture un’area collinare a nord di Potenza, ai confini con la Puglia, nei pressi di una sito vulcanico inattivo. Questi suoli vulcanici ben si adattano alla coltivazione della vite, ed hanno dato origine al vino lucano più prestigioso, l’Aglianico del Volture DOC, che assume la DOCG nella versione Aglianico del Volture Superiore.
Altri vitigni diffusi sono la Malvasia Bianca di Basilicata e la Malvasia Nera di Basilicata, coltivati nelle altre zone vinicole minori: Terre dell’Alta Val d’Agri, Matera e Grottino di Roccanova.  Insieme a vitigni internazionali (Cabernet Sauvignon, Merlot) e a vitigni “importati” dalle regioni limitrofe (Montepulciano, Primitivo, Sangiovese).

Montagne, colline e altopiani si alternano in questa regione dando vita ad un paesaggio morfologicamente molto vario che riempie lo sguardo. Il clima è di tipo mediterraneo, in genere con poche precipitazioni, ma il grande caldo estivo delle zone più centrali è mitigato dalla quasi costante presenza di venti temperati. Tra i vitigni a bacca bianca abbiamo: Malvasia di Sardegna, Nasco, Nuragus, Semidano, Torbato, Vermentino, Vernaccia di Oristano; e tra i vitigni a bacca nera: Cannonau, Carignano, Cagnulari, Gurò, Monica, Nieddera, Pascale, e tanti altri.

Per quanto riguarda le zone vinicole più importanti, bisogna tener conto del fatto che in Sardegna alcuni vini possono essere prodotti in pratica in tutto il territorio regionale, e tra questi in particolare i rossi: Cannonau di Sardegna DOC che comunque ha la sua terra di elezione in provincia di Nuoro e Monica di Sardegna DOC, e tra i bianchi: Vermentino di Sardegna DOC e Moscato di Sardegna DOC. 

Le zone vinicole più importanti: 

 

Irpinia
In quest’area, ricompresa nella provincia di Avellino, si producono i vini campani più famosi: Fiano di Avellino e Greco di Tufo tra i bianchi e Taurasi tra i rossi, tutti vini DOCG, le cui uve principali di origine sono rispettivamente Fiano, Greco e Aglianico. È un territorio che morfologicamente si presenta come un intrico di valli e alture, tra le quali serpeggiano numerosi fiumi e torrenti, caratterizzato da un clima rigido d’inverno e fresco d’estate, con significative escursioni termiche tra la notte e il dì, situazioni ideali per la coltivazione della vite.

 

Sannio
La provincia di Benevento, è una zona montuosa solcata da valli fluviali. Qui 
il vitigno a bacca bianca più importante è la Falanghina, componente principale di diversi vini DOC, mentre il vitigno a bacca nera principale è ancora l’Aglianico, vitigno base per fare l’Aglianico del Taburno DOCG.

 

Penisola sorrentina, Capri ed Ischia
Qui, accanto alla Falanghina, si coltiva, tra gli altri, un vitigno a bacca rossa particolare, il Piedirosso (o Per’ e Palummo).


Vesuvio

Zona di origine vulcanica dalla quale provengono piacevoli vini, a base prevalente di Coda di Volpe se bianchi e di Piedirosso se rossi. I vini di questa DOC Vesuvio (bianchi, rosati o rossi che siano) possono assumere la particolare denominazione Lacryma Christi a particolare condizioni di resa e volume alcolico.

Costa Diva e Cilento
La zona di Amalfi, Positano e Ravello denominata Costa Diva unita a quella Cilentana vantano nel lori territori incantevoli e unici una varietà eccellente di vini. Tra questi annoveriamo i Costa D’Amalfi prodotti in 13 comuni, il Castel San Lorenzo che viene prodotto in 8 comuni del Cilento, i Colli di Salerno, i vini di Paestum.

Vini

Bollicine e...

Distillati

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